La storia e la Storia in "Wunschloses Unglück" di Peter Handke


Seminar Paper, 2002

22 Pages, Grade: 30/30 (1)


Excerpt


Indice

Introduzione

1. La storia

2. La Storia

3. La storia e la Storia nel linguaggio di Wunschloses Unglück

Conclusioni

Bibliografia

Introduzione

Wunschloses Unglück[1] viene pubblicato nel 1972. Peter Handke è già un autore affermato della giovane generazione. Negli ambienti letterari coltiva un’immagine di sè quale autore anti-Establishment. Mentre i suoi precedenti lavori attirano critiche controverse, WU riceve un’accettazione generale positiva.

Un punto molto discusso dalla critica rimane il modo in cui egli generalizza partendo da una storia personale. In WU Handke, infatti, racconta della vita personale di sua madre tenendo continuamente presente l’influenza politico-sociale e storico-culturale che lei subisce, cosicché dietro la storia privata di questa donna aleggia la grande Storia: la Storia della provincia carinziana, la Storia austriaca.[2]

L’autore riesce a dare in poche pagine un mirabile schizzo sociologico della provincia carinziana, e a delineare in poche frasi alcuni degli avvenimenti più importanti che segnano il quadro storico dell’Austria del 1900:

Es begann also damit, daß meine Mutter vor über fünfzig Jahren im gleichen Ort geboren wurde, in dem sie dann auch gestorben ist. Was von der Gegend nutzbar war, gehörte damals der Kirche oder adeligen Grundbesitzern; ein Teil davon war an die Bevölkerung verpachtet, die vor allem aus Handwerkern und kleinen Bauern bestand. Die allgemeine Mittellosigkeit war so groß, daß Kleinbesitz an Grundstücken noch ganz selten war. Praktisch herrschten noch die Zustände von vor 1848, gerade, daß die formelle Leibeigenschaft aufgehoben war.[3]

Handke sceglie il "caso" della propria madre e riconduce l’esistenza della donna alle condizioni della socializzazione in un ambiente piccolo-borghese e cattolico. La vita della madre scorre fra forzato adattamento e disperati tentativi di ribellione in una società dove è negata qualsiasi forma di espressione della libertà individuale e dove, soprattutto per le donne, la repressione dei bisogni e la negazione dei desideri personali vengono elevate a virtù esemplari:

Selten wunschlos und irgendwie glücklich, meistens wunschlos und ein bißchen unglücklich.

Keine Vergleichsmöglichkeiten zu einer anderen Lebensform: auch keine Bedürftigkeit mehr?[4]

Il trasferimento del privato nella sfera pubblica, ovvero la generalizzazione di una storia personale, avviene a livello linguistico in maniera esemplare. È il linguaggio, in WU, che rende chiaro il rapporto fra strutture sociali e strutture individuali.[5]

L’autore parte consapevolmente dal linguaggio di una biografia convenzionale, ma anziché subordinare il linguaggio agli eventi, in WU, invece, il linguaggio diventa oggetto dell’attenzione del lettore.

La vita della madre viene caratterizzata attraverso ogni elemento linguistico. Ciò che rende significativo il tentativo handkiano, sta nel fatto che il collegamento fra le due "storie" avviene in maniera alquanto implicita. Il linguaggio offre dei nessi causali, ed è il lettore che viene chiamato ad interpretare i legami che uniscono le vicende.[6]

Attraverso espedienti e manipolazioni linguistiche, quali ad esempio cliché, eufemismi, maiuscole, citazioni, Handke riesce nel suo proposito. Così, sebbene alla fine del racconto abbiamo l’impressione che la personalizzazione degli eventi prenda il sopravvento, l’autore riesce, invece, per tutto il corso della narrazione, tramite il controllo razionale degli elementi linguistici a distanziarsi dalla tematica scelta, così personale, e quindi a guadagnare e mantenere quell’equilibrio che temeva di perdere fin dall’inizio del racconto.

1. La storia

Protagonista della "storia" in WU è la madre di Peter Handke, che nel corso di tutto il racconto rimane senza nome. Prima di passare al racconto dettagliato della vita della donna, vengono schizzatele condizioni storico-sociali del paese dove vive la famiglia.

Il padre della donna è di origini slovene ed è nato illegittimo. Piccolo proprietario ambizioso di migliorare si dedicò in vita al risparmio imponendo ai figli una "gespentische Bedürfnislosigkeit"[7]. Negli anni venti a causa dell’inflazione perde gran parte dei risparmi e la famiglia attraversa delle difficoltà economiche, che riflettono, tuttavia, quelle in cui versava l’intero Paese.

La madre diviene protagonista del racconto quando lascia la scuola e parte per la Germania per un’esperienza di lavoro in un albergo.

La prima fase della sua vita, che finisce con l’ "Anschluss" dell’Austria alla Germania, scorre fra "Anpassung und Auflehnung"[8] in una società a rigida struttura patriarcale, dove il futuro delle donne era già stabilito nel momento in cui nascevano: "Als Frau in diese Umstände geboren zu werden, ist von vornherein schon tödlich gewesen."[9]

La seconda fase della vita della madre va dall’inizio della guerra fino al 1948 circa. La storia conduce nella realtà rurale austriaca nel periodo della seconda guerra mondiale. All’inizio della guerra la madre vive il suo primo ed unico amore per un ufficiale della Wehrmacht, già sposato. A causa di una gravidanza la famiglia della donna la costringe ad un matrimonio di dovere. L’uomo che sposa, anch’egli membro della Wehrmacht, è violento ed alcolizzato.

In questo periodo ancora di più per la vita della madre la repressione dei bisogni diviene elemento centrale. Lei cerca comunque di ribellarsi. La donna ha una propria personalità. Non viene caratterizzata come una persona passiva. Al contrario dimostra forza spirituale, spirito di iniziativa ed è ottimista. Nel corso della sua vita aspira ad una propria individualità. Contro il potere della predeterminazione sviluppa un alto potenziale di resistenza. Ma la repressione, purtroppo, viene incentivata non solo dall’esterno, bensì anche dall’interno. I precetti sociali sono ormai così radicati nel modo di pensare e di essere della donna, che quei disperati tentativi di evasione vengono bloccati dalla sua stessa coscienza.

Le attese sociali sono state assimilate dalla madre "come un destino riservato al sesso femminile in quanto tale"[10], la donna ha interiorizzato i valori socialmente dominanti.

(...) Dabei kommt die Unterdrückung nicht nur von außen, sondern – (...) – ebenso von innen, wo die gesellschaftlichen Werte längst verwurzelt sind. Dem Bedürfnis der Mutter nach "Ausdehnung" werden immer wieder Beschränkungen durch ihr Bewußtsein auferlegt.[11]

La paura della sessualità, il senso di dovere nei confronti della famiglia, l’accettazione delle percosse del marito sono alcuni esempi di una remissiva accettazione del suo "ruolo" di donna.

Con l’avvento del nazismo inizia una nuova fase per la madre di Handke. La donna fa esperienza del fascismo come liberazione dall’ angustia spirituale e spaziale:

"Wir waren ziemlich aufgeregt", erzählte die Mutter. Zum ersten Mal gab es Gemeinschaftserlebnisse. Selbst die werktägliche Langeweile wurde festtäglich stimmungsvoll, "bis in die späten Nachtstunden hinein".[12]

La politica ha una limitata importanza nella vita della donna. Ella si interessa agli aspetti più insignificanti del nazionalsocialismo. Questa caratteristica prese piede nella sua vita e in tante altre come lei, perchè fu una continuazione del tipo di subordinazione che subì nella sua infanzia e giovinezza. Il fascismo rende la madre più consapevole e orgogliosa. L’orgoglio, più che da un Ich-Gefühl, deriva da un Wir-Gefühl[13].

Durante la guerra la donna e il bambino sono in Carinzia. Nel dopoguerra si trasferiscono nella Berlino bombardata, e vivono in povere condizioni con l’uomo ritornato dalla guerra.

La vita nella grande città non rende la madre più libera, bensì la carica di nuove costrizioni e modelli di comportamento. La donna, da una parte, è distrutta fisicamente, dall’altra invece a livello psicologico aderisce alla "dottrina dei tipi". La stilizzazione a tipo le dà una sensazione superficiale di scampare alla limitatezza della sua vita:

Man lebte also nach dieser Typenlehre, fand sich dabei angenehm objektiviert und litt auch nicht mehr an sich, weder an seiner Herkunft, noch an seiner vielleicht schuppigen, schweißfüßigen Individualität, noch an den täglich neu gestellten Weiterlebensbedingungen; als Typ trat ein Menschlein aus seiner beschämenden Einsamkeit und Beziehungslosigkeit hervor, verlor sich und wurde doch einmal wer, wenn auch nur im Vorübergehen.[14]

[...]


[1] P. HANDKE, Wunschloses Unglück. Erzählung. Suhrkamp Taschenbuch, Frankfurt am Main, 1977, trad. It.: Infelicità senza desideri, Garzanti, Milano, 1988, (da adesso in poi nel testo abbreviato in WU).

[2] Cfr. J. WIGMORE, (edit.), Peter Handke. Wunschloses Unglück. Manchester University Press, 1993, S. 2.

[3] WU, S. 12-13.

[4] WU, S. 19.

[5] Cfr. NÄGELE/VORIS, PeterHandke, in: H.L. ARNOLD / E.P. WIECKENBERG (Hrsg.), Peter Handke, Autorenbücher 8, Verlag C.H. Beck, München, 1978, S. 56.

[6] Cfr. M. MIXNER, Peter Handke, 1. Aufl. Athenäum Verlag, 1977, Kronberg, S. 185.

[7] WU, S. 15.

[8] Cfr. R. KREYENBERG /G. LIPJES-TÜRR, Peter Handke: Wunschloses Unglück, In: H. KAISER / G.KÖPF, (Hrsg.), Erzählen Erinnern. Deutsche Prosa der Gegenwart. Interpretationen. Verlag Moritz Diesterweg, Frankfurt am Main, 1992, S. 127.

[9] WU, S.17

[10] Cfr.V. ŽMEGAČ, Storia della letteratura tedesca dal `700 a oggi, Einaudi, Vol. III/2, p. 474.

[11] NÄGELE/VORIS, PeterHandke, op. cit. S. 57.

[12] WU, S. 23.

[13] Cfr. R. KREYENBERG / G. LIPJES-TÜRR, op. cit. S. 135.

[14] WU, S. 41.

Excerpt out of 22 pages

Details

Title
La storia e la Storia in "Wunschloses Unglück" di Peter Handke
College
Università degli Studi di Perugia  (Germanistik)
Course
La letteratura austriaca contemporanea
Grade
30/30 (1)
Author
Year
2002
Pages
22
Catalog Number
V10314
ISBN (eBook)
9783638167727
ISBN (Book)
9783638641388
File size
682 KB
Language
Italian
Keywords
Peter Handke
Quote paper
Mag.a Stefania Selvaggi (Author), 2002, La storia e la Storia in "Wunschloses Unglück" di Peter Handke, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/10314

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