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INDICE
I. Introduzione
II. Significato della canzone
II.1. Venditti su canzoni e infanzia
II.2. Brevi cenni su storia e geografia di Torino
II.3. L’immigrazione interna a Torino
II.4. Autunno caldo
II.5. Analisi del testo
III. Riassunto
IV. Bibliografia
I. Introduzione
Come tema della tesi è stata scelta la canzone Torino del famoso cantautore romano Antonello Venditti. Obbiettivo di questa tesi è analizzare il motivo che è stato pubblicato 1982 nell’album Sotto la Pioggia. Nell’ascoltare della canzone si può notare l’uso di molte figure retoriche che non appaiono chiare a prima vista. Inoltre, l’opera sembra toccare diversi particolari della storia torinese e della città in generale. Quindi lo scopo di questa tesi è trovare, spiegare ed esaminare ciò che nasconde il componimento, o per meglio dire gli aspetti culturali e storici che hanno avuto un influsso significante sulla città e sono l’argomento della canzone. Serve per svelare i significati dei versi e quale idea della città viene presentata. Da ciò è costituita la seguente divisione. Prima di tutto, ci si chiede perché un cantante romano scrive una canzone su Torino e quale posizione prende. Conviene analizzare alcuni aspetti della vita del cantautore e che cosa vorrebbe trasmettere scrivendo le sue canzoni. Al termine di questo, ci si può concentrare sul soggetto della canzone che in questo caso è la città di Torino. Si possono esaminare strutture della città e eventi storici dando più importanza soprattutto agli anni poco tempo prima della pubblicazione della canzone e del disco. In quegli anni, lo sviluppo economico della FIAT fu un vero miracolo ma allo stesso tempo diede inizio a molti conflitto sociali causati dall’ immigrazione dei meridionali che vennero a Torino principalmente per lavorare nelle fabbriche automobilistiche. La tesi esamina l’approccio del cantante verso i conflitti e i fatti che sono avvenuti in quel periodo con l’uso di lingua e scelta delle parole. Ne consegue che questi punti di riferimento vengono trattati l’uno dopo l’altro lungo il testo della canzone. Lo scritto farà vedere la situazione della FIAT, i sentimenti dei meridionali all’arrivo a Torino e le loro opinioni sulle condizioni di lavoro e di vita al nord. Si cerca di analizzare l’importanza dei problemi e conflitti tra sud e nord. In conclusione, si tratta dei risultati e delle conseguenze per dare la possibilità ad eseguire altre ricerche che vanno oltre le dimensioni della tesi.
I. Significato della Canzone
II.1. Venditti su canzoni e infanzia
Antonello Venditti è nato a Roma. Cresciuto con la madre che lavorava come professoressa e che pretendeva sempre il massimo da suo figlio, al quale non dava l’opportunità di avere una vita sociale fuori dello studio. Da ragazzo aveva un carattere molto timido e riservato. Sua madre non era molto soddisfatta di lui e lo terrorizzava dicendogli che non faceva mai abbastanza. Controllava molto spesso di che cosa si occupasse il figlio e gli diceva che il malessere era la cosa più importante da provare. Nonostante le sue vicissitudini, Venditti afferma che ci sono molte somiglianze tra lui e sua madre (cf. Assante, 2009). Nelle sue canzoni Venditti informa di eventi importanti e attuali per la data di pubblicazione che riguardano tutto il paese. Oltre a questo, nei suoi lavori racconta anche delle sue esperienze personali, il motivo per cui Venditti dice che la privacy è un indicatore essenziale per il successo (cf. Assante, 2009). Considera la canzone come una “lettera” (Assante, 2009). Un’altra idea di Venditti è che ognuno dovrebbe apprezzare il valore della propria vita per non dare la possibilità di creare pettegolezzi poiché “il gossip non […] sembra abbia mai portato a nessuna canzone” (Venditti in Assante, 2009).
II.2. Brevi cenni su storia e geografia di Torino
Torino è il capoluogo e una provincia della regione italiana Piemonte. Dopo esser stata popolata da alcune tribù liguri, divenne colonia romana e la sua costruzione urbana ebbe inizio. La sua estensione formava un quadrato cinta con muri e torri (Tosco, 2000). È situata ai piedi delle colline piemontesi e confina a ovest con la Pianura Padana.
Uno dei monumenti più importanti e famosi di Torino è la Mole Antonelliana, in cui si trova il museo del cinema e che è illuminata nelle ore notturne. Si tratta di una torre che è stata costruita nel 1863 da Alessandro Antonelli. Per il costruttore la Mole Antonelliana era “un sogno verticale” (Capra, 2017). Sulla punta della struttura è stata messa una statuetta d’oro che veniva sempre scambiata per un angelo. Era una figura simile a quella che si trovava in Piazza Statuto sulla fontana (cf. Capra, 2017). La statuetta fu colpita da un fulmine nel 1904 e cadde, perciò successivamente venne sostituita da una stella. Apparse come la stella che aveva la statua sulla testa però di dimensioni più grandi. Cinquant’anni dopo, nel 1953, un fenomeno naturale distrusse di nuovo la cima della Mole facendo così cadere la stella. La ricostituzione della Mole durò sette anni e questa volta posero un’altra stella sulla punta della torretta che tuttora sta sulla cima della torre (cf. Capra, 2017).
Osservando la storia di Torino, si può dire che la città fu governata per secoli dalla famiglia dei Savoia. Fecero della città un punto di gestione e economia (cf. Zizi, 2006). Nel 1849 Vittorio Emanuele II. salì sul trono ed ebbe inizio la fase del “Risorgimento” (Zizi, 2006). In quegli anni Torino ha subito l’influenza di molti movimenti di liberazione. Dopo la “Seconda guerra d’indipendenza” (Zizi, 2006) fu aperta una delle prime camere dei deputati del Regno d’Italia a Torino, la quale significò un passo essenziale per lo sviluppo politico del paese. Quando Firenze divenne capitale d’Italia, tutti i privilegi di governare furono spostati e Torino visse una breve crisi economica. Dopo circa trent’anni nel 1899, l’economia rifiorì con l’apertura della FIAT, un’industria automobilista fondata da Giovanni Agnelli (cf. Cimpanelli, 2018). In un secondo tempo, la prima guerra mondiale provocò un indebolimento del potere e dell’utile economico allo stabilimento torinese; mentre la seconda guerra mondiale fu responsabile per un aumento della produzione ed un altro guadagno. Per cui, in sostanza, le due guerre causarono problemi sociali (cf. Zizi, 2006) e si formarono parti della città nelle quali vivevano solo operai soprattutto con provenienza del sud.
II.3. L’immigrazione interna a Torino
Negli anni ’50 e ’60, molti italiani del sud andarono a trovare impiego nelle zone settentrionali d’Italia. Gli abitanti del meridione dovevano affrontare tempi di scarse possibilità di lavoro e pessime condizioni di vita. Si parla degli anni poco tempo dopo la seconda guerra mondiale nei quali soprattutto italiani del sud lasciarono casa alla ricerca di una vita migliore nel settentrione. Una delle mete era Torino che presentava il fenomeno d’immigrazione più ampio. Insieme a Milano e Genova era uno dei luoghi che attrasse molti immigranti. Erano innanzitutto siciliani e pugliesi che partirono pieni di speranza credendo di poter vivere una vita più degna lavorando al nord ma anche cittadini calabresi e campani emigrarono per gli stessi motivi. Nel 1969, Torino aperse di nuovo le porte delle città per accogliere nuove ondate di immigranti che venivano stavolta soprattutto per le nuove prospettive lavorative della FIAT. Si sceglieva un tipo di impiego qualsiasi comunque fosse il contratto (cf. Rausa, 2012). Una delle conseguenze più essenziali dei movimenti migrativi dell’epoca era la mancanza di alloggio, poiché le occasioni di trovare una casa adatta a famiglie numerose non erano sufficienti. Molti non poterono fare altro che andare a vivere in appartamenti sovraffollati di scarsa qualità (cf. Fofi, 1975, p. 33). Inoltre, i sentimenti da parte dei torinesi consisterono in oddio e xenofobia. Si crearono soprannomi per gli immigrati meridionali con connotazioni negative, esprimendo così disprezzo per gli italiani del sud. Una situazione molto diffusa all’epoca erano annunci nei quali veniva affermato che non si dava alloggio ad aspiranti meridionali (cf. Filippa, 1998, p.115). Nonostante i disagi, la migrazione si realizzò in grande stile, cosicché il capoluogo piemontese divenne “città meridionale di dimensioni paragonabile a Palermo” (Musso, 2002).
II.4. Autunno caldo
Con l’espressione Autunno caldo si può descrivere un periodo lungo e duro pieno di scioperi e dispute riguardando il mondo di lavoro al nord d’Italia. Nel settembre del 1969, gli operai della FIAT si misero d’improvviso a scioperare. La reazione della ditta consistette nel licenziamento di 25 mila lavoratori pagandogli una compensazione. L’associazione della tutela dei diritti di lavoratori cercò di evitare la situazione e riuscì a conseguire la ritirata dei licenziamenti (cf. Fontanelli, 2019). Esso porse la prima pietra per le negoziazioni tramite un “contratto nazionale che sarebbe scaduto a fino anno” (Fontanelli, 2019). In quel periodo molti contratti di lavoro stavano per scadere. Perciò una gran parte degli operai lottò per ore lavorative inferiori e stipendi più alti. Le ditte dettero finalmente ragione agli scioperanti dato che le dimostrazioni stavano aumentando sempre di più. Il risultato ottenuto esistette in un contratto con l’orario di lavoro ridotto. Quegli eventi formarono l’inizio di molti tentativi di migliorare la situazione lavorativa di molti operai. I modi con i quali si cercò di farlo divennero più violenti, tra cui anche “[l’] intimidazione verso i capireparto” (Fontanelli, 2019). Nell’ottobre del 1969 allo stesso tempo quando aprirono il settore automobilistico nella città di Torino, alcuni ribelli presero armi di legno per distruggere l’impianto della produzione di automobili, perciò la FIAT li denunciò. Seguentemente però, l’azienda dovette ritirare le accuse (cf. Fontanelli, 2019).
II.5. Analisi del testo
Le informazioni date nei capitoli precedenti formano la base dell’analisi della canzone Torino .
Torino non è soltanto un nome Torino è un grande coro di persone Torino vuole dire Napoli che va in montagna Torino è un dirigibile verso la Spagna. Torino ma chi l'ha detto che non sei bella antica quando la sera diventi stella non parli perché hai paura di sapere troppo prigione di questa Italia bella del golfo.
Sì, ma per due che come noi si sono amati e poi trovati qui come disperati, Torino sei un mare nero per i figli tuoi Torino occhi aperti non tradirmi mai Torino strade dritte tu mi perderai.
Torino non è soltanto una canzone Torino è un coro grande di persone Torino è l'altra faccia della stessa Roma Torino un pugno al cielo di terra buona. Sì, ma per due che come noi si sono amati e poi trovati qui come disperati, Torino sei un mare nero per i figli tuoi Torino occhi aperti non tradirmi mai Torino strade dritte tu mi perderai. Dimmi tu come stai in questa città malata di malinconia. (Venditti, 1982)
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