In dieser Arbeit geht es um Franz von Assisi im Blickwinkel auf seine sozialen Tätigkeiten, insbesondere im Hinblick auf die Arbeit mit den Leprakranken.
Die Arbeit unterteilt sich in folgende Kapitel:
1.Die Situation der Armen zu Zeiten Francescos
2.Die Umkehrung/Bekehrung/der Wandel
3.Die Erweiterung der Tätigkeiten und der Lebensplan
4.Die Armut
5. Fazit
1. La situazione dei poveri nei tempi di Francesco
Francesco era sicuramente abituato a vedere ammalati e mendicanti che vagabondavano per le strade. All'epoca si cadeva facilmente in uno stato di miseria: un braccio fratturato che non poteva essere curato significava che non si poteva lavorare più e ciò conduceva all’abisso. In questo modo si aggiungevano sempre nuovi poveri a quelli che c’erano già, come per esempio contadini, braccianti, ammalati e persone senza famiglia. Si pensi anche al cavaliere a cui Francesco offrì la sua armatura. Si diventava poveri anche se non si poteva pagare un prestito in tempo o anche per un incendio della casa, il che succedeva abbastanza spesso, visto che le case erano per lo più fatte di legno. Chi non poteva lavorare si ritrovava in mezzo agli storpi che mendicavano. Così si vedevano tantissimi mendicanti sporchi e cenciosi accanto alla gente che lavorava e Francesco si trovava davanti queste persone ogni giorno, reagendo con orrore e compassione. Anche i pazzi e malati di mente erano considerati posseduti dal diavolo e quindi erano condannati a ingrandire il gruppo dei poveri.
Questa demarcazione è la conseguenza di una tradizione ereditata dall’ebraismo. Già nell’antico testamento che come sappiamo, ha la sua origine in oriente, dove la lebbra esisteva già da tanto, si parla in diversi libri delle prescrizioni da seguire per riconoscere la malattia. Poi erano stabilite le misure che si dovevano prendere per escludere il malato dalla comunità, ed altre misure per decidere se e come il malato si dovesse ammettere di nuovo nella società. Il cristianesimo recuperava tutte queste norme e le applicava sistematicamente. Tanti malati furono esclusi dalla comunità come lebbrosi, benché in realtà non lo fossero. Questo fenomeno accadeva da una parte perché la lebbra era venuta dall’oriente, soprattutto in occasione delle crociate, durante le quali c’era una grande mancanza d’igiene, e d’altra parte perché l’alimentazione sbagliata o la denutrizione favorivano malattie della cute che potevano spesso essere confuse con la lebbra, dato che tali sintomi erano descritti nella Bibbia. I lebbrosi furono emarginati senza pietà, banditi e circondati con quell’aura di orrore che ci confessa Francesco nel suo testamento, come vedremo meglio più avanti. Inoltre c’erano diverse norme giuridiche che gli emarginati dovevano rispettare. I loro alloggi per esempio dovevano trovarsi fuori dalla comunità e isolati da essa e quindi i lebbrosi erano spesso in balia di se stessi.
Francesco, nella sua gioventù, poteva facilmente evitare questo spettacolo raccapricciante: davanti alle porte di Assisi c’erano due ospedali per lebbrosi che alloggiavano uomini e donne il cui aspetto era quasi insopportabile. Ma senz’altro Francesco non li vedeva molto spesso nella sua infanzia. “Si riteneva che i lebbrosi fossero tali per castigo di Dio, per i peccati commessi, o perché concepiti nel peccato”1 e si costringevano gli emarginati ad evitare le vie animate e a segnalare la loro presenza con campanellini, altri strumenti o almeno con la voce quando gironzolavano per le strade, in modo tale che i sani potessero stare alla larga dai malati. Durante le sue passeggiate, Francesco provava a tenersi a distanza dagli ospedali. Secondo Frugoni, “spronava il cavallo per non vedere, per non ricordare, scappava turandosi il naso.“2
2. La svolta di Francesco
Un giorno, incontrò un lebbroso durante una cavalcata. Superò la propria ripugnanza e smontò da cavallo. Gli offrì dei soldi, gli baciò la mano e si fece abbracciare dal lebbroso. Alcuni giorni dopo decise di andare a trovare i lebbrosi. Raccolse molto denaro e si recò negli ospedali. Di nuovo baciò le mani dei lebbrosi, dette loro l'elemosina e si lasciò abbracciare da essi. Questo fu il cambiamento radicale.
“C’è una testimonianza breve, austera e riassuntiva ma inestimabilmente preziosa: il testamento”3. Nel suo testamento Francesco descrive questo episodio come l’inizio di una nuova vita, come la sua consacrazione:
“Il Signore concesse a me, frate Francesco, d'incominciare così a far penitenza: poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.”4
Queste poche parole descrivono esattamente il momento decisivo, la scelta specifica in un processo spirituale, che culmina in un’inversione dei valori. Questo si mostra molto chiaramente nella contrapposizione amaro - dolce e nel fatto che ha provocato questa conversione: L’incontro con i lebbrosi!
Poca gente aveva il coraggio di andare ad aiutarli, il che è facilmente comprensibile e di conseguenza è proprio questa la peculiarità della conversione di Francesco: egli curava gli emarginati con carità e compassione affettuosa. Il crescente senso di compassione che gli ispiravano i deboli, i reietti, gli emarginati e gli ammalati si trasformò in un vero e proprio amore verso il prossimo.
A questo punto Chiara Frugoni si pone la domanda se Francesco abbia letto Clièges di Chrétien de Troyes. Si ricorda di quello che dice la strega Thessala a Isolde che è innamorata di Tristan: “tutti gli altri mali sono amari, fuorché quello solo che procede dall’amore: esso invece converte la sua amarezza in dolcezza e soavità”.
Per Manselli la povertà non è il punto decisivo nella conversione di Francesco, ma l’esperienza del dolore umano in comune dell’anima e del corpo. Quindi Francesco celebrò un passo importante: accettò la sua appartenenza a un gruppo marginale, si annoverò tra gli esclusi che erano respinti da tutti a causa del loro aspetto orribile. Manselli sottolinea che dal punto di vista dei lebbrosi la povertà era piuttosto un fenomeno collaterale e quindi non era il fattore cruciale della conversione. Però è proprio la povertà che successivamente diventerà il fattore centrale nel modo di vivere di Francesco e dei suoi confratelli.
“L’amore di Francesco per i poveri, la sua disponibilità ad aiutare, il desiderio di essere come loro e di stare con loro, scaturisce da una parte una generosità spontanea e illimitata e dall’altra parte da una misericordia che sentiva perché vivevano ai margini della società e radiati dagli altri, come i lebbrosi.”5
Questo mondo scoperto recentemente diventerà in un secondo tempo la sua vera patria. Dopo essersi distaccato apertamente dal padre e dalla forma istituzionalizzata della famiglia, Francesco trovò rifugio nell’ospedale; ci andò per prendersi cura dei più disgraziati e per aiutarli.
La conversione, della quale Francesco parla con parole così chiare e precise, è difficile da capire. Per lungo tempo Francesco non è ancora pronto a lasciare il suo passato: adora la vita, le comodità e il lusso.
„Durch welche innere Qualen hindurch beschloss er den Wechsel von den Lebensbedingungen eines reichen, vom Schicksal begünstigten und für eine glänzende Zukunft bestimmten Mannes ausgerechnet zu denen der Ausgestoßenen, […] um all denen näher zu sein, welche die ganze Gesellschaft loswerden wollte und ja wirklich loswurde?“6 (ital: Come si decise il giovane commerciante a cambiare completamente la sua esistenza? Tra quali tormenti si decise di permutare le sue condizioni di vita, quelle di un uomo ricco e privilegiato dal destino che ha davanti a sé un futuro splendido, con le condizioni di vita di un reietto […] per essere più vicino a quelli che la società voleva scaricare e che scaricava veramente?) Più tardi, la consapevolezza che la vita ai margini della società è per lui il frutto di una scelta continuerà a renderlo infelice. Varie volte Francesco esprime la sua tristezza per il fatto di non essere nato povero e di non aver conosciuto la miseria e la fame come vere condizioni di vita. Ma non si pentirà mai di aver deciso di cambiare fondamentalmente la propria vita, di abbandonare la vita “nel peccato” e di dedicarsi alla penitenza e alla povertà. Altresì Frugoni ci racconta:
“Nella grotta dove si raccoglie, il demonio ossessivamente gli riporta alla memoria ,una donna d’Assisi gobba e deforme’. Sarebbe diventato anche lui così, curvo e contorte se avesse continuato nei suoi propositi, ed egli non sa accettare il degrado fisico, ha ancora molto amore per se stesso”7
Quest’amor proprio lo abbandonerà poi con la sua conversione, riuscirà a preferire l’amore per il prossimo all’amore per se stesso.
3. L’allargamento delle attività e progetto di vita
Cercando informazioni sulla vita di France]sco, si deve affrontare qualche difficoltà e anche Chiara Frugoni scrive che “le fonti non sono concordi”8 sulle attività di Francesco. Ella presume che Francesco si sia dedicato alternativamente alla cura dei lebbrosi e al lavoro di muratore. Probabilmente ha anche vissuto per qualche tempo nell’ospedale dei lebbrosi. Anche se nel frattempo Francesco aveva abbandonato la sua vita viziosa e si applicava all’assistenza dei malati e al restauro delle chiese, queste attività alla lunga non gli bastavano. Meditava sul vangelo, soprattutto sul quarto, quello di Giovanni, che conosceva quasi a memoria. Quando Francesco leggeva che i discepoli non possedevano niente, non portavano niente durante i loro viaggi e che dovevano solo predicare il regno di Dio e la penitenza, allora esclamava: “Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!”9.
[...]
1 FRUGONI, Chiara: Vita di un uomo: Francesco d’Assisi , Giulio Einaudi editore, 2001, Torino. p.21
2 Ibid. p. 21
3 MANSELLI, Raoul: Franziskus. Der solidarische Bruder . Biografie , Benzinger Verlag, Köln, 1984. p.42
4 http://www.maranatha.it/ Stand 04.10.11
5 MANSELLI, Raoul: Franziskus. Der solidarische Bruder . Biografie, p.45f
6 MANSELLI, Raoul: Franziskus. Der solidarische Bruder . Biografie, p. 47
7 FRUGONI, Chiara: Vita di un uomo: Francesco d’Assisi , p.22
8 Ibid. p.32
9 Ibid. p.43
- Quote paper
- Lisa Husson (Author), 2011, Francesco d’Assisi: emarginati e lebbrosi, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/188250
-
Upload your own papers! Earn money and win an iPhone X. -
Upload your own papers! Earn money and win an iPhone X. -
Upload your own papers! Earn money and win an iPhone X. -
Upload your own papers! Earn money and win an iPhone X. -
Upload your own papers! Earn money and win an iPhone X.