Nomen est omen - Morfologia dei nomi propri di persona italiani


Term Paper (Advanced seminar), 2005

20 Pages, Grade: 1,0


Excerpt


Indice

1. Introduzione

2. Processi di formazione di parola
2.1 Composizione
2.2 Derivazione
2.3 Conversione

3. I nomi propri di persona italiani
3.1 Prenomi
3.1.1 Agionimi
3.1.2 Nomi biblici
3.1.3 Nomi cristiani
3.1.4 Nomi di provenienza antica e straniera
3.1.5 Nomi di natura
3.1.6 Soprannomi
3.1.7 Nomi composti
3.1.8 Nomi diminutivi
3.2 Cognomi
3.2.1 Patronimici e matronimici
3.2.2 Toponimi
3.2.3 Etnonimici
3.2.4 Nomi di mestiere
3.2.5 Nomi di ceto
3.2.6 Soprannomi
3.2.7 Nomi composti

4. Conclusione

5. Indice delle abbreviazioni

6. Bibliografia di lavoro

1. Introduzione

Nomen atque omen.

PLAUTO

La morfologia è lo studio della struttura e della forma delle parole (Beccaria/Barbero 1994: 493). In seguito si considererà la formazione di parola, cioè l’analisi “dei processi morfosintattici che permettono la creazione di nuove unità da morfemi lessicali”, come disciplina parziale della morfologia (Dubois 1992: 126). I morfemi lessicali sono i minimi elementi significativi in un enunciato, che rappresentano l’oggetto o l’azione di cui si parla, in contrasto ai morfemi grammaticali, che rivelano la funzione grammaticale che l’oggetto o l’azione di cui si parla ricoprono all’interno dell’enunciato (Graffi/Scalise 2003: 121).

In questo lavoro mi occuperò dell’argomento della morfologia sull’esempio dei nomi propri di persona italiani. All’inizio spiegherò i tre processi principali della formazione di parole, la composizione, la derivazione e la conversione, nella misura in cui sarà necessario per la comprensione dell’argomento. Nel terzo capitolo analizzerò la struttura e l’origine dei nomi personali italiani, sia dei prenomi sia dei cognomi, ed esaminerò i processi di formazione di parola (word formation processes = WFP) su cui si basano. Alla fine riassumerò i risultati ed accennerò le tendenze attuali e future.

2. Processi di formazione di parola

2.1 Composizione

La composizione unisce due o più morfemi lessicali in una parola nuova che è chiamata parola composta o composto (Dardano 1988: 59). Se almeno un morfema è un sostantivo, si ottiene un composto nominale. Nella lingua italiana i composti nominali del tipo N + N (es. cavolfiore) o N + A (es. cassaforte) sono i più frequenti (ibid.: 59).

2.2 Derivazione

La derivazione si oppone in un senso più corrente al processo della composizione ed indica la formazione di parole complesse aggiungendo degli affissi alla radice (Dubois 1992: 85). Si distingue comunemente tra prefissi, suffissi ed infissi, “a seconda che precedano la radice (es. pre -, ri- in prevedere, rivedere), che la seguano (es. - zione, - ista in formazione, farmacista) o che s’inseriscano all’interno della radice stessa” (Beccaria/Barbero 1994: 24). In italiano gli infissi praticamente non esistono (es. nella lingua del Nicaragua, nell’ulwa - ka- in kuhkabil ‘del coltello’ (Graffi/Scalise 2003: 124).

2.3 Conversione

Si chiama conversione la trasformazione di una categoria in un’altra senza l’aggiunta di un affisso manifesto, come il passaggio da aggettivo a nome (es. studioso ® lo studioso), da verbo infinito a nome (es. parlare ® il parlare), da participio presente a nome (es. vincente ® il vincente) o ad aggettivo (es. gemente) ossia da participio passato a nome (es. disgraziato ® il disgraziato) ed ad aggettivo (es. chiuso) (Graffi/Scalise 2003: 129).

3. I nomi propri di persona italiani

I nomi propri di persona svolgono una funzione denominativa nei confronti di persone fisiche e hanno alcune particolarità morfologiche rispetto alla categoria dei nomi comuni. “A causa del loro valore referenziale specifico non sono sensibili alle categorie grammaticali del genere e del numero e non subiscono, pertanto variazioni morfologiche desinenziali (es. Paolo, Enrico, ma non * Paoli, *Enrichi)” (Beccaria/Barbero 1994: 512). Eccezioni sono la pluralizzazione del nome di persona in diacronia nei cognomi del tipo i Paoli ® Paoli, ossia la pluralizzazione in sincronia “per indicare un certo tipo di persona rappresentato emblematicamente da un individuo che porta quel determinato nome (così, i Paoli dovrà essere interpretato ‘quelli che sono come Paolo’)” (ibid.: 512).

Il diritto ad un nome è fissato nell’articolo 6 del Codice Civile: “Ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito. Nel nome si comprendono il prenome e il cognome”. La descrizione scientifica del nome personale e della sua storia è l’oggetto dell’antroponomastica (Bagola 1988, 419). Al giorno d’oggi si divide comunemente in prenomi e cognomi. Talvolta si distingue dal prenome il nome di battesimo che è spesso completato di un nome di un personaggio che la chiesa venera il giorno del compleanno. Questa componente del nome ha solo una parte secondaria nell’uso quotidiano. Talora si nota che invece del prenome o del nome di battesimo si utilizza un nomignolo che nonostante non abbia uno stato ufficiale a volte è più conosciuto ed usato del nome reale (ibid.: 420). Un ruolo particolare si attribuisce allo pseudonimo. Da una parte questo non è un nome ufficiale, ma un nome scelto individualmente. Dall’altra parte gode però di una considerazione ufficiale nell’ambito del lavoro (specialmente nell’arte) che è garantito e protetto dalla legge (cf. Codice Civile, articolo 9).

3.1 Prenomi

Il prenome è la parte individuale del nome proprio di una persona che sta davanti al cognome, ereditato dai genitori (De Felice 1992: 34). Nel caso in cui una persona porta più prenomi, ella è chiamata con uno (per lo più con il primo) di questi (es. Sophia Elisabeth Gerber). In seguito si raggrupperà i prenomi secondo la loro origine e la loro motivazione (Bagola 1988: 419)[1]. Per ogni categoria si farà degli esempi i quali sono presi in massima parte da Tagliavini (1978) ed i quali si analizzerà, se possibile, circa il loro processo di formazione di parola.

3.1.1 Agionimi

Gli agionimi sono i nomi propri di santi (De Felice 1992: 32).

Maria prenome femminile PN

Antonio prenome maschile PN

Francesco prenome maschile PN

In questi casi non si può constatare nessun processo di formazione di parola.

3.1.2 Nomi biblici

Davide prenome maschile PN

Sara prenome femminile PN

Tabita prenome femminile PN

Neanche in questi casi si può verificare alcun processo di formazione di parola.

3.1.3 Nomi cristiani

Tanti prenomi italiani sono nati da termini del mondo cristiano, sia attraverso il processo della composizione che attraverso quello della conversione. Si chiamano nomi teoforici quelli che contengono o rimandano al nome di Dio o ad una divinità e cui significato esprimeva “un augurio per il bambino così denominato ed il ringraziamento per la sua nascita, il suo affidamento a Dio, o anche uno scongiuro contro ogni eventuale male o sventura” (De Felice 1982: 229).

[...]


[1] Altre classificazioni dei prenomi si trovano ad esempio da Fruttero/Lucentini (1998) che dividono tra nomi dei santi, della Bibbia, della mitologia, della storia e geografia, nomi di Roma, nomi medioevali, nomi di personaggi ed interpeti, nomi di vario uso, diminuitivi ed i nomi di fantasia, nomi politici e patriottici, nomi doppi, nomi esotici, nomi di sviste fatali e nomi pericolosi.

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Details

Title
Nomen est omen - Morfologia dei nomi propri di persona italiani
College
University of Rostock
Grade
1,0
Author
Year
2005
Pages
20
Catalog Number
V62886
ISBN (eBook)
9783638560443
ISBN (Book)
9783656772736
File size
515 KB
Language
Italian
Keywords
Nomen, Morfologia
Quote paper
Sophia Gerber (Author), 2005, Nomen est omen - Morfologia dei nomi propri di persona italiani, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/62886

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