Analisi Narratologica de Il Quarantotto di Leonardo Sciascia


Seminararbeit, 2005

22 Seiten, Note: 1


Leseprobe


Indice

1 Sfondo Storico

2 Intreccio de Il Quarantotto

3 Il Tempo e L’Ambientazione

4 Tecnica Narrativa

5 Sistema dei Personaggi

6 Caratterizzazione
6.1. Donna Concettina
6.2. Il Barone
6.3. Il Narratore

7 Stile del Racconto

8 La Conclusione del Racconto

9 Personaggi della Realtà Storica
9.1. Ippolito Nievo
9.2. Colonello Türr

10 I Livelli del Testo

11 Il Tema del Potere

12 Conclusione

13 Bibliografia

1 Sfondo Storico

Die Bourbonenherrschaft in Sizilien war von mehr belastet als nur von der langsamen Wirtschaftentwicklung. Schon ein Aufstand im Jahre 1837, welcher durch eine Choleraepidemie ausgelöst wurde, deutete auf die gesellschaftliche Spannung im Land hin. Alle glaubten, dass die Infektion auf ein absichtlich gestreutes Gift der Regierung zurückzuführen sei. In Palermo blieb es diesmal allerdings recht ruhig, während in Catania ein Revolutionskomitee eingerichtet wurde. König Ferdinand II. bereiste Sizilien im Jahr 1838 und war der Überzeugung, dass die Unruhen im Volk auf mangelnde Härte der Gesetze zurückzuführen seien. Die Regierung begann daher mit einigen Reformen bis die Revolution von 1848 dieser Periode ein Ende setzte. Die ersten Tage der Revolution waren Tage großer Unruhen in Palermo, denn es schwirrten Gerüchte einer neuen Verfassung umher und ein nicht unterzeichnetes Manifest lief um, welches für ein wahrscheinlich nicht existentes Revolutionskomitee sprach. Dieses Manifest verkündete, dass eine Revolte zur Erreichung sizilianischer Unabhängigkeit unter dem Deckmantel der Geburtstagsfeierlichkeiten des Königs am 12. Jänner beginnen werde. Die Reichen zogen sich schnell zurück, Straßen leerten sich, Barrikaden wurden errichtet, aber bereits am Morgen des 13. Jänner waren Gruppen von Bauern in Palermo eingetroffen und die Revolte begann. Viele der Aufständischen hatten nicht wirklich eine Ahnung von Italien, geschweige denn von einer Verfassung, man kämpfte für eine Verbesserung der sozialen Verhältnisse. Die Bauern waren die weitaus revolutionärsten Elemente in einer unterwürfigen Gesellschaft. Die Nachricht der Aufstände in Palermo war ein Signal für alle, dass Hoffnung für die Behebung der Mißstände existierte. Dies gab der Revolte unglaubliche Kraft und schon bald kam es in Dörfern und Kleinstädten zu Hungerrevolten und Angriffen auf die Vereinshäuser der „galantuomini“. Schafe wurden getötet, Heuschober angezündet, Waldgebiet zerstört, Rathäuser angegriffen, um den Mißständen Ausdruck zu verleihen. Die Beamten flohen um ihr Leben und bald kam die Verwaltung zum Erliegen. Die Moral einer unterdrückten Bevölkerung verlor sich letztendlich in weit verbreiteten Aufständen, in denen Polizisten und Spitzeln zu Tode kamen. Ein großes Chaos war die Folge und ein weiteres Element der Aufstände waren die bewaffneten Gruppen, meist Räuber. Einige waren sicher Angestellte der Bourbonen gewesen, einige hatten bei den Liberalen als Privatpolizisten im Dienst gestanden und andere wiederum nutzten den Aufstand um im Trüben zu fischen. Sobald die Neapolitaner den Rückzug antraten, musste man den Zorn der Bürger bändigen und ihn in andere politische Bahnen lenken. Eine Gruppe von Leuten, die ein politisches Programm hatte, trat nun in den Vordergrund. Improvisierte Komitees, welche hauptsächlich aus Liberalen und neapelfeindlich eingestellten der adligen Schicht bestanden, wurden eingerichtet, um die Ordnung zu bewahren. Auf dem Festland hatte sich der König gebeugt und eine liberale Verfassung gewährt, doch die Sizilianer forderten eine komplette Loslösung von Neapel. Deshalb vereinten sich Konservative und Radikale am 25. März und erklärten Ferdinand für abgesetzt. Die Revolution sah sich allerdings bald ernsthaften Problemen gegenüber, denn die politischen und gesellschaftlichen Elemente waren immer weniger koordiniert. Die bewaffneten Gruppen stellte nach dem Abzug der bourbonischen Truppen ebenfalls eine Gefahr dar. Eine Nationalgarde zum Schutz des Eigentums wurde eingerichtet, diese aber trug zur Spaltung innerhalb der Koalitionsregierung bei. Die öffentliche Sicherheitslage war verheerend, denn die bewaffneten Gruppen plünderten, vertrieben ganze Dörfer und töteten die „galantuomini“. Daher spricht man von einem straflosen Brigantentum. Während man in den Dörfern um sein Leben und seine Existenz fürchten musste und Entführungen und Raub ungehindert weitergingen, machten sich die Abgeordneten Gedanken darüber, ob der Tag der Heiligen Rosalia gefeiert werden sollte oder wie man die Straßen Palermos neu benennen konnte. Es herrschte ein heilloses Durcheinander und als im September 1848 die bourbonischen Truppen Messina angriffen, war man überrascht. Man bot der Insel erneut ein eigenes Parlament und einen Vizekönig an, ein Vorschlag der jedoch abgelehnt wurde. Siziliens Soldaten waren schlecht organisiert und so stießen die Bourbonen auf wenig Widerstand. Angehörige des Revolutionsparlaments baten den König um Verzeihung und versicherten, dass sie durch Drohungen gegen ihr Leben zur Unterstützung der Revolution gezwungen worden waren. Die Revolution von 1848 war der Anstoß einer Kette von Ereignissen, die letztendlich zu einer Vereinigung mit Italien 1860 führte.[1]

2 Intreccio de Il Quarantotto

L´intreccio (in inglese si chiama plot) è il puro rispecchiamento dell´ordine naturale dei fatti mescolando le sequenze della storia e le istanze del narratore[2].

All’inizio del racconto il narratore introduce il paese ed il contesto nel quale si svolge l´azione. I suoi genitori lavorano per il barone Garziano il quale ha una famiglia composta da Donna Concettina, la figlia Cristina ed il figlio Vincenzino. Le prime pagine fungono da introduzione ai vari personaggi: spiegano chi sono, cosa fanno e come agiscono. In questi primi passi il narratore fornisce già al lettore alcune informazioni sui caratteri dei personaggi. Dopo questa parte introduttiva, inizia la descrizione dell´anno 1847 in cui comincia il racconto: un´anno che è particolarmente impresso nella memoria del narratore perché sono accadute tante cose, tra quali l´arrivo dei soldati che si occupano della “mala gente”, così il barone chiama i banditi. Seguendo una cronologia, il narratore rivela successivamente che il barone ha una relazione con Rosalia, una sua impiegata, motivo per il quale Donna Concettina, sua moglie, non gli rivolge più la parola. Dopo essersi già dilagata in altre parti della Sicilia, il 16 gennaio 1848 la rivoluzione divampa anche a Castro. Per calmare gli animi, il vescovo del paese riceve il Comitato Rivoluzionario e si organizza una festa in piazza. Si crea un Comitato Civico al quale aderisce anche il barone. Il Comitato decide la costituzione della guardia nazionale perché si occupi di banditi e “mal´uomini”. Così comincia una lotta tra “compagni d´arme” e banditi durante la quale vengono ammazzate parecchie persone. Il narratore rievoca in queste pagine il caos in cui la popolazione ha vissuto fino aprile 1849, periodo durante il quale infuriò la lotta al banditismo. Intanto, il Comitato composto da molti nobili, lavora in favore delle classi abbienti ed il sospirato rinnovamento viene dunque disatteso. Vengono indette le elezioni per il Consiglio Comunale, ma ad essere eletti sono gli esponenti della nobiltà e della borghesia che già mantenevano il potere. Questi introducono dei controllori che mettono sotto stretta vigilanza la vita dei cittadini. La situazione peggiora ancora con le decisioni prese dal Consiglio dato che no riescono a garantire la sicurezza dei beni e della vita della gente. Nel 1849 il Consiglio ridiventa Decurionato Civico. Nel 1850 arriva una grossa squadra della marina da guerra inglese e tutti i liberali di Castro finiscono in galera. Dopo gli arresti del´50 si susseguono altri importanti avvenimenti: il vescovo viene trasferito, arriva un sottointendente che si occupa solo della famiglia e comincia a fiorire il commercio con l´agricoltura e la pesca. Nei dieci anni dal ´50 al ´60, il narratore si ricorda di numerosi cambiamenti. Molti giovani di Castro erano partiti per raggiungere Garibaldi come aveva fatto anche il narratore stesso. Dopo la battaglia di Calatafimi l´esercito marcia verso Castro, lì il barone aspetta già Garibaldi. Per adeguarsi ai tempi, Garziano ha cambiato l´arredo in casa: ha tolto dai pareti i ritratti del Papa e del re perché ora vuol aderire al nuovo potere emergente, egli è sempre determinato a far parte del potere dominante qualunque esso sia. Il narratore finisce il racconto dicendo che aveva seguito Garibaldi e come tale evento avesse cambiato il corso della sua vita.

3 Il Tempo e L´Ambientazione

La vicenda si svolge a Castro, un piccolo paese della Sicilia. Il narratore racconta la sua vita e quella di alcuni altri personaggi del luogo. L´ambiente in cui il narratore si trova è la casa del Barone Garziano, il datore di lavoro di suo padre. Le prime righe della storia raccontano del posto dove Maestro Carmelo (il padre) lavora e dove il narratore cresce.

“Mio padre curava il giardino del barone Garziano, due salme di terra che si aprivano a ventaglio intorno allo spiazzo dove sorgeva il palazzo; terra che a piantarci un palo dava acqua, nera e fitta di alberi, pareva si fosse a due ore di notte, dentro quel nero di alberi e di terra, anche se il sole vampava da scorticare.”[3]

In questa descrizione il narratore è così preciso che sembra quasi invitarci entrare nel giardino.

Più avanti nel racconto si parla del vescovo, del potere temporale della chiesa e di come il paese di Castro fosse spartito a quel tempo. L´impressione che se ne ricava è che quasi tutto fosse nelle mani dei ricchi:

“Il vescovo, attraverso il monastero di San Michele e la mensa vescovile, aveva in mano un buon terzo della proprietà terriera di Castro; altrettanta ne aveva il barone; il rimanente territorio era diviso in piccole proprietà e in terre demaniali: e le terre demaniali il barone lentamente ma sicuramente veniva usurpando.”[4]

[...]


[1] cf. Finley. Geschichte Siziliens und der Sizilianer, 215-227

[2] cf. Marchese, Dizionario di Retorica e Stilistica, 151

[3] cf. Sciascia. Il Quarantotto, 97

[4] cf. Sciascia. Il Quarantotto, 116

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Details

Titel
Analisi Narratologica de Il Quarantotto di Leonardo Sciascia
Hochschule
Universität Wien  (Institut für Romanisitk in Wien)
Veranstaltung
Leondardo Sciascia racconta la storia siciliana
Note
1
Autor
Jahr
2005
Seiten
22
Katalognummer
V78516
ISBN (eBook)
9783638840729
Dateigröße
467 KB
Sprache
Italienisch
Schlagworte
Analisi, Narratologica, Quarantotto, Leonardo, Sciascia, Leondardo, Sciascia
Arbeit zitieren
Patricia Schönberger (Autor:in), 2005, Analisi Narratologica de Il Quarantotto di Leonardo Sciascia, München, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/78516

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