Contraddizioni del Risorgimento - Il Gattopardo


Trabajo, 2004

20 Páginas, Calificación: 2,0


Extracto


Indice

INTRODUZIONE

LA QUESTIONE MERIDIONALE
INTRODUZIONE
DEFINIZIONE DEL TERMINE – LA SITUAZIONE STORICA
IL SOSTRATO CULTURALE.
IL SORGERE DELLA QUESTIONE MERIDIONALE – LA STRUTTURA AGRARIA COME FONDAMENTO DELLA QUESTIONE MERIDIONALE IN SICILIA
LA QUESTIONE MERIDIONALE OGGI
FINE

IL GATTOPARDO
INTRODUZIONE.
L’INQUIETA PERSONALITÀ DEL PROTAGONISTA
FINE

IL FILM DI VISCONTI – IL GATTOPARDO COME OPERA CINEMATOGRAFICA

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

“Le nazioni non sono il prodotto della storia […] dei singoli popoli, ma la creazione di gruppi di potere […] .”[1]

Introduzione

Il Risorgimento, voluto da tanti e per tanto tempo, non ha portato con sé un popolo unito e felice, coeso e senza problemi, ma ha contribuito addirittura all’acuirsi di alcuni problemi della società italiana.

Questo lavoro ha come obiettivo vedere in che cosa consiste e com’è nata la cosiddetta questione meridionale, e com’è trattato questo tema nel grande romanzo di Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo e nel Film Il Gattopardo di Luchino Visconti.

L’obiettivo di questo lavoro non può consistere nell’analisi esaustiva del romanzo. Anche la coppia Tancredi e Angelica avrebbero potuto contribuire per molti aspetti all’interpretazione del tema qui trattato. Ci si è però limitati ad analizzare il protagonista.

La questione meridionale

Introduzione

C’è in questo ragionamento ovviamente una contraddizione: perché parlare delle differenze tra Nord e Sud se lo Stato italiano, cioè lo Stato unitario italiano, è stato l’ideale (perenne) cui tutti (o molti?) hanno mirato con tanto entusiasmo? Rilevare le differenze politiche ed economiche all’interno dello Stato italiano, svalutando simultaneamente il Sud, non separerà di nuovo o non lascerà spazio a una vera e propria unificazione? Ogni tanto si trovano anche formulazioni come “le due Italie”[2] che rivelano un atteggiamento di distinzione netta tra l’Italia del Nord e quello del Sud come succede anche con la Germania – si divide sempre economicamente e culturalmente probabilmente anche per mantenere vivi i pregiudizi di un tempo per giustificare più facilmente e per motivi di comodità molte cose come, per esempio, il tenore di vita (da parte dell’Ovest) o l’incapacità di reagire a certe esigenze dell’economia (da parte dell’Est).

Definizione del termine – la situazione storica

Mettendo da parte tutte queste domande (pseudo-) filosofiche rimane da chiarire: che cosa s’intende per questione meridionale e quando è sorta.[3] ? La risposta alla seconda domanda porterà a due altre domande: che cosa s’intendeva un tempo per questione meridionale, e com’è intesa oggi.

I movimenti politici e filosofici dell’Ottocento, le campagne napoleoniche, gli stimoli espansionistici da parte dei Savoia e l’opportunità di espandere il Regno di Sardegna, hanno avuto come conseguenza la serie delle guerre d’indipendenza contro l’Impero austro-ungarico.[4] Con la seconda guerra d’indipendenza che ha unificato anche internamente gran parte della Penisola (tranne Roma che è stata annessa solo nel 1870) e la cosiddetta spedizione dei Mille al Sud (la discesa da Nord) si è riusciti a proclamare il Regno d’Italia.

La lotta politica dopo l’unità ha portato, fra l’altro, alla questione romana e alla questione meridionale. Ma che cosa rende il mezzogiorno problematico per l’Italia o, in altre parole, quali sono state le differenze del Sud nei confronti delle regioni del Nord durante il Risorgimento?

Dopo, oppure se si vuole anche con l’unificazione d’Italia, hanno avuto inizio diversi problemi d’integrazione. Questo termine indica già qualcosa di negativo dato che è ben noto che con un’integrazione la parte annessa perda sempre qualcosa delle sue caratteristiche.

Il sostrato culturale

I movimenti che portarono all’unificazione d’Italia sono stati frutto della cultura risorgimentale, in prevalenza una cultura romantica e “storico-nazionale”[5]. Il traguardo è stato la formazione di una coscienza nazionale che però è stata, o almeno è considerato da alcuni storici, un ideale poco realistico, così scrive anche M. Pazzaglia:

“[…] il Romanticismo italiano fu caratterizzato da un’adesione assai cauta a quello europeo, e ristretta soltanto ad alcuni temi. Non coincise come in Germania, con una vera rivoluzione filosofica, spirituale, letteraria, ma tentò una conciliazione fra vecchia e nuova cultura.

Non accolse se non in maniera limitatissima la filosofia dell’Idealismo tedesco, a causa, soprattutto, delle remore confessionali del Cattolicesimo, non riuscì a scalfire se non in parte il classicismo radicato nella poesia.

Ma occorre tener presente che la nuova cultura si scontrò, da noi, con l’arretratezza delle strutture economiche, politiche, sociali d’una nazione da secoli schiava e divisa, governata da sovrani reazionari, spesso intesi a una politica paternalistica, ostile a ogni audacia di pensiero e a ogni libero scambio d’idee.”[6]

A parte tutte le domande filosofiche e politiche su che cosa significhi unire un’area geografica e su che cos’è un regno, uno stato o una nazione (e su come si forma una coscienza nazionale – in modo attivo o in modo passivo), bisogna chiedersi quali erano le reali predisposizioni di queste aree geografiche. Erano diverse? E quali sono state le conseguenze?

Si dovrebbe magari essere in grado di distinguere, a questo punto, anche tra le due parole unire e uniformare. Alcuni testi sulla questione meridionale si perdono in ipotesi perché cercano una risposta alla domanda se sia mai possibile uniformare a uno stesso livello (per esempio dell’economia) tutte le regioni d’Italia.

Tenendo presente questo si possono cercare nella storia le radici delle differenze tra Nord e Sud senza parlare di “due Italie” e senza offendere il Meridione, cosa che spesso succede – ed è importante farlo perché di differenze ce ne sono tante. Anche Villari nell’intervista del ’99 parla dell’esistenza “di un’immensa diversità di condizioni” nello Stato italiano che deve essere considerato però sempre un insieme.

[...]


[1] S. Lanaro, Patria. Circumnavigazione di un’idea controversa, Venezia 1996, p. 19

[2] Villari, intervista 1999 su rai educational

[3] Nota: Nella mia presentazione orale ho intenzionalmente definito questione italiana, perché parlavo del fatto che alcuni scienziati ritengono superficiale il termine questione meridionale se si parli di problemi che riguardano tutto il paese perché Italia è una nazione unita. Per questo anch’io ho usato una volta volutamente questo termine nel corso della mia relazione orale.

[4] It.wikipedia.org

[5] Procacci, p. 385

[6] Pazzaglia, p. 410

Final del extracto de 20 páginas

Detalles

Título
Contraddizioni del Risorgimento - Il Gattopardo
Universidad
University of Heidelberg  (Institut für Übersetzen und Dolmetschen)
Curso
Immagini della nazione italiana attraverso fonti letterarie e cinematografiche
Calificación
2,0
Autor
Año
2004
Páginas
20
No. de catálogo
V142627
ISBN (Ebook)
9783640539130
ISBN (Libro)
9783640539918
Tamaño de fichero
585 KB
Idioma
Italiano
Palabras clave
Contraddizioni, Risorgimento, Gattopardo
Citar trabajo
Nicole Bandke (Autor), 2004, Contraddizioni del Risorgimento - Il Gattopardo, Múnich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/142627

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