Analisi grammaticale dei due tempi passati nell´italiano contemporaneo-passato remoto (semplice) e passato prossimo (composto)


Trabajo, 2002

23 Páginas, Calificación: 1


Extracto


Indice

Introduzione

1.Il perfetto composto
1. 2. Usi deittici del perfetto composto
1. 3. Usi non-deittici del perfetto composto

2. Il perfetto semplice
2. 1. Le forme del perfetto semplice
2. 2. Usi del perfetto semplice

3. I due perfetti a confronto

4. Dimostrazione degli impieghi die due perfetti in base a un brano del romanzo di Tomasi di Lampedusa `Il gattopardo`

5. Conclusione

La bibliografia

Introduzione

La categoria del tempo italiano indica innanzi tutto la triplice opposizione di presente, passato e futuro. In questo lavoro voglio occuparmi del passato- e precisamente dei due perfetti nell´italiano- del perfetto semplice e composto. Per migliorare la comprensione dell` argomento desciveró all´inizio le categorie dell´aspetto e dell´azione del verbo. Dopo continueró con la descrizione delle forme e degli usi (deittici e non- deittici) del perfetto composto. Alla fine, con l´aiuto degli esempi, voglio accostarmi piú vicino al perfetto semplice con i suoi caratteritici usi. Alla fine proveró a confrontare i due perfetti tra loro e riassumeró tutte le informazioni importanti dei due tempi passati.

Nel sistema temporale del verbo italiano é necessario analizzare le tre categorie: del verbo, dell´aspetto e dell´azione del verbo. Questo tre categorie insieme contribuiscono a determinare il significato delle diverse forme- dei tempi verbali.

La categoria del tempo situa un certo evento sull´asse temporale. Questo evento[1] puó essere situato rispetto al momento dell´enunciazione (ME) o al momento del riferimento (MR). Nel primo caso possiamo distinguere tra un evento anteriore, simultaneo o posteriore rispetto al momento dell´enunciazione.

1. Ieri Piero ha cantato alla Scala.
2. In questo momento Piero canta alla Scala.
3. Domani Piero canterá alla Scala.

Per mostrare la situatione, in cui un evento, il momento dell´avvenimento é situato rispetto al momento del riferimento, faccio un esempio.

1. Alle cinque Piero avrá finito i compiti.

Qui il momento dell´avvenimento é anteriore rispetto a un momento di riferimento (alle cinque).

L´aspetto verbale mostra la modalitá con la quale lo svolgimento di un evento viene presentato. La stessa azione viene essere presentata in modi diversi.

1. Quella mattina Piero andava in piscina, quando incontró Giacomo.
2. Quella mattina, Piero andó in piscina.

Nel primo caso si tratta dell´aspetto imperfettivo- l` azione viene interrotta dall´incontro tra i due amici. La continuazione dell´azione viene lasciata indeterminata.

Nel secondo caso invece l´azione é compiuta- Piero é arrivato in piscina (aspetto perfettivo).Caratteristico dell´aspetto perfettivo é che un evento si avviene un´unica volta o molte volte, dove la ripetizione deve essere sempre espressa (l´aspetto perfettivo aoristico). Ma esiste ancora un secondo tipo dell´aspetto perfettivo- l´aspetto perfettivo compiuto. Questo aspetto esprime il perdurare nel momento di riferimento del risultato di un evento giá compiuto in precedenza.

1. Piero era arrivato da due ore.[2]

Tranne degli aspetti imperfettivi e perfettivi si distinguono ancora altri tre aspetti: abituale, progressivo e continuo.L´aspetto abituale significa una regolare ripetizione dell´avvenimento, ma senza precisare con esattezza il numero delle ripetizioni.

1. Piero si alzava tutti i giorni alle quattro e mezza.

L´aspetto continuo invece presenta un evento non interrotto nel suo svolgimento.

1. Maria era intelligente.

2. Mentre sua moglie cucinava, lui fumava nervosamente.

Anche in questo caso non si puó precisare il numero delle ripetizioni o l´ulteriore svolgimento dell´evento.

Sotto il concetto dell´azione verbale si comprende una classificazione di singoli verbi in base a certe caratteristiche semantiche. In questa classificazione si distinguono cinque tipi di verbi- i verbi stativi, continuativi, risulativi, trasformativi e puntuali.

Il primo tipo, verbi stativi, esprimono una qualitá o uno stato di fatto permamente , non modificabile (p.e.: permanere, esistere, prevedere)

1. Maria é intelligente.

I verbi continuativi indicano che un evento dura un tempo, non ha una precisa meta, ma puó essere interrotto dal soggetto nel corso di uno stesso episodio (p.e:. guardare, pensare, ridere)

1. Antonio dorme.

Ai verbi risultativi[3] appartengono verbi, che indicano un evento con una estensione temporale, che finirá quando raggiungerá una certa meta.(p.e. imparare, cantare una canzone, mangiare una mela.

1. Piero impara francese.

Verbi trasformativi[4] sono verbi in cui l´inizio e la fine del certo evento sono in relazione di coincidenza.(p.e.: trovare, ritornare, svegliare). Con questi verbi i partecipanti all´evento si trovano al termine del processo in una condizione diversa da quella che valeva in precedenza.

1. Pedro é partito.
2. Mario si é svegliato alle 8.

Verbi puntuali[5] non durano un certo spazio di tempo, ma esprimono un´azione puntuale (p.e.: spaventarsi, stupirsi)

1. Mario si spaventó per il grande cane.
2. Piero ha incontrato Maria.

Dopo questa introduzione nelle categorie dell´aspetto e dell´azione del verbo italiano, vorrei accostarmi piú vicino ai due perfetti.

1. Il perfetto composto

Nell´italiano si possono distinguere due perfetti- il perfetto semplice e il perfetto composto. La denominazione tradizionale dei due perfetti é anche il passato remoto e il passato prossimo.

C´`e una grande divergenza nell´uso dei due tempi passati. Nel Nord dell`Italia é usato piú comunente nella lingua parlata il perfetto composto al posto del perfetto semplice[6]. Nel Sud invece si preferisce usare nell´ italiano parlato il perfetto semplice al posto del perfetto composto. In Toscana e nell´Italia centrale si usano i due tempi, ma con valori diversi.

Il perfetto composto si costruisce con l´aiuto del partizipio passato dei verbi della prima, seconda e terza coniugazione[7] e con uno dei due verbi ausiliari essere o avere.

La coniugazione in -a forma il participio passato con -ato (cantato, portato). Nella coniugazione in -i troviamo -ito (partito, finito). Nella coniugazione in -e abbiamo la desinenza -uto (creduto, voluto, saputo), ma ci sono anche molte forme irregulari. Abbiamo per esempio molti participi passati forti sintagmatici con -s, cioé questi, che hanno la loro origine storica nei perfetti latini[8]. Questi sono p.e.: acceso, deciso, mosso o riso. Questa forma forte si presenta particolarmente nei verbi dal tema in -t o -d (accendere, decidere) o in -rgere (immergere- immerso; spargere- sparso). Molti participi passati finiscono anche in -to: detto, letto, risposto o scritto.

Il perfetto composto rappresenta un´azione passata, ma in qualche modo collegata al presente.[9] Si distinguono due relazioni tra il presente e il passato composto. Nel primo caso l´evento perdura, anche al momento dell´enunciazione (l´aspetto inclusivo).

1. Finora le cose sono andate bene.

Nella seconda relazione. un evento é giá anteriore al momento dell´enunciazione, ma gli effetti dell´azione passata perdurano sotto forma di attualitá psicologica (l´aspetto compiuto).

1. Maria é arrivata da tre giorni.
2. Ho comprato questa macchina vent´anni fa.
3. Il consiglio dei ministri ha deciso cinque anni fa l´auto- tassazione.

Nel secondo esempio si puó usare il perfetto composto se il parlante é ancora in possesso della macchina.

Nei diversi impieghi del perfetto composto si distinguono usi deittici e non- deittici. Gli usi deittici sono caratterizzati dal fatto che il momento dell´avvenimento é localizzato anterioramente al momento dell´enunciazione, al quale si aggancia il momento di riferimento.

Negli usi non- deittici invece il momento di riferimento appare sganciato dall´momento dell´enunciazione.

In seguito vorrei occuparmi dei diversi usi deittici del perfetto composto e spiegare in modo chiaro le differenze tra essi.

1. 2. Usi deittici del perfetto composto

Ci sono tre tipi degli usi deittici del perfetto composto: usi che esprimono la persistenza del risultato, l´uso esperienziale e l´uso inclusivo.

Nel primo caso si usa perfetto composto per dimostrare, che un´azione passata é giá completata ma il risultato, le consequenze di questa azione persistono ancora al presente. Non esiste alcuna restrizione per ció che riguarda la lontananza del momento dell´avvenimento rispetto al momento dell´enunciazione. Anche se il momento dell´avvenimento fosse avvenuto molto tempo prima rispetto al momento dell´enunciazione, le sue consequenze perdurano nel presente, sono attuali. Allora la rilevanza di un evento puó sussistere, per il locutore, anche quando il risultato materiale dell´evento stesso non perduri piú. Il concetto di rilevanza designa un coinvolgimento psicologico, piuttosto che una manifestazione direttamente osservabile nella realtá fattuale.

Caratteristico per questo tipo dell´uso é il pronome deittico questo (-a,-i,-e), che mostra la persistenza dell´evento passato entro la sfera d´esperienza del locutore.

1. Lui é ancora molto arrabiato con Piero, perche gli ha dato un calcio.
2. Dove hai trovato questa roba? (Il locutore sta mostrando l´oggetto in questione)
3. L´autore é nato nel 1945. ( Il soggetto é ancora in vita)

[...]


[1]

Un evento sull´asse temporale ha ancora un altro nome - il momento dell´avvenimento. Questo e lo spazio di tempo, in cui una frase é vera.

[2] L´aspetto perfettivo compiuto é tipico delle frase composte, dove il verbo puó essere seguito del´indicazioni di tempo introdotte da `da`.

[3] I verbi stativi, continuativi e risultativi si chiamano anche i verbi durative- gli eventi durano nell tempo .

[4] I verbi trasformative insieme con i verbi risultativi si chiamano anche i verbi telici, perché tutti i due sono finalzzati al raggiungimento di una metá.

[5] I verbi puntuali e i verbi transformativi sono i verbi non- durativi.

[6]

Il perfetto semplice si usa nella lingua scitta, inanzi tutto come tempo della narrazione, nella trattatistica storico- biografica, nella letteratura di consumo e nella lingua giornalistica.

[7] Il tipo della coniugazione dipende dalla desinenza dell´infinito dei verbi (-are, -ere, -ire).

[8] Lepschy, A., Lepschy, G.: La lingua italiana, Firenze, Mailand, 1981, pag. 138.

[9] C´`e una regola in cui si dice che il passato prossimo si usa per eventi accaduti durante le ultime ventiquattr´ore.In: Lepschy,A,L.;Lepschy, G.: Die italienische Sprache, Tübingen ,1986, pag.. 199.

Final del extracto de 23 páginas

Detalles

Título
Analisi grammaticale dei due tempi passati nell´italiano contemporaneo-passato remoto (semplice) e passato prossimo (composto)
Universidad
University of Hannover  (Seminar für italienische Literatur und Sprachwissenschaft)
Curso
Hauptseminar: Tempo, aspetto, modo
Calificación
1
Autor
Año
2002
Páginas
23
No. de catálogo
V22057
ISBN (Ebook)
9783638254984
ISBN (Libro)
9783656585244
Tamaño de fichero
599 KB
Idioma
Italiano
Palabras clave
Analisi, Hauptseminar, Tempo
Citar trabajo
Bozena Esskali (Autor), 2002, Analisi grammaticale dei due tempi passati nell´italiano contemporaneo-passato remoto (semplice) e passato prossimo (composto), Múnich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/22057

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