Da “Spaghettifresser” a “Dolce Vita”. L’immagine degli italiani in Germania dal secondo dopoguerra fino ad oggi è cambiata?


Trabajo Escrito, 2014

12 Páginas


Extracto


Indice delle materie

1 Introduzione

2 Ragioni per emigrare dall’Italia

3 L’immagine dei Gastarbeiter italiani in Germania

4 L’immagine degli italiani in Germania dagli anni settanta fino ad oggi

5 Conclusione

6 Bibliografia

7 Allegato

1 Introduzione

Oggi pensando all’Italia, molti si creano un’immagine con le tipiche caratteristiche: il mare e il sole, le canzoni e la musica, il vino e la gastronomia, l’amore e la voglia di vivere, la bellezza del paesaggio e il fascino delle città antiche.1 Tutto ciò non è niente di negativo, anzi, l’Italia si è fatta un nome tra le destinazioni più belle, non solo dell’Europa, ma anche del mondo. Ma che dire dei suoi cittadini, gli italiani? Gli italiani si dice siano aperti, estroversi, simpatici e sono conosciuti per i multipli gesti che fanno parlando. Inoltre gli italiani sono conosciuti per essere in ogni parte del mondo. Questo non stupisce, infatti le ultime statistiche dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (A.I.R.E.) contano 4 341 156 italiani che vivono attualmente fuori dalla loro patria.2 L’Italia è un tradizionale paese di emigrazione, quindi il fenomeno dell’emigrazione non è affatto nuovo nella storia dello stivale. Tra i primi emigranti italiani della storia ci sono Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo. Inoltre, numerose chiese ed edifici nelle grandi città europee furono realizzate e decorate grazie all’aiuto di architetti e pittori italiani nel periodo del Rinascimento.3 Pur essendo oggi accettati e riconosciuti, spesso per le loro doti culinarie, gli italiani non furono sempre accolti nel passato. Un paese di cui ne è l’esempio, è la Germania. Gli italiani in Germania sono con 651 852 rappresentanti la più numerosa delle comunità italiane all’estero residenti in Europa, nonché la seconda comunità di stranieri in Germania.4 Il grande flusso migratorio di italiani in Germania ebbe luogo nel secondo dopoguerra. Gli italiani che emigravano in Germania per lavorare erano allora conosciuti come i cosiddetti “Gastarbeiter”, ossia “lavoratori ospiti”. Pure se la parola dà a intendere qualcosa di positivo, non furono accolti come ospiti e ricevettero pure trattamenti discriminatori.

Nelle prossime pagine verranno prese in considerazione le ragioni per le quali gli italiani si sentirono costretti di emigrare dall’Italia. Servendosi dell’esempio Germania, verrà analizzata l’immagine che avevano la gente locale degli immigranti italiani. Inoltre verrà esposto brevemente il cambiamento di questa immagine dagli anni settanta in poi.

2 Ragioni per emigrare dall’Italia

Dopo l’unione d’Italia nel 1861, la giovane repubblica ebbe da lottare con diversi problemi, tra cui quelli di natura economica, sociale e politica. Tra gli obbiettivi postisi dal governo c’erano il risolvimento dell’inflazione e della criminalità.5 Il problema più grande rimase comunque la disoccupazione. Specialmente durante gli anni della ricostruzione (1945-1950) il fenomeno della disoccupazione, particolarmente nel sud della penisola, divenne così grande che si venne a creare il cosiddetto divario nord-sud. Durante questo periodo si conta che 2.000.000 degli italiani erano senza lavoro.6 Mentre il nord continuava a svilupparsi industrialmente, il sud, pure chiamato “Mezzogiorno”, rimase in uno stato arretrato. A causa delle carenti infrastrutture e delle strutture agrarie antiquate si sviluppò una disoccupazione di massa.7 Per cambiare questa situazione, vennero fatte delle riforme e fu disposta una “cassa per il mezzogiorno”, che però non portò grandi risultati.8 Il politico Francesco Nitti, si espresse così sulla situazione di allora:

Poiché a noi, in alcune delle nostre province del Mezzogiorno specialmente, dove grande è la miseria e dove grandi sono le ingiustizie che opprimono ancora le classi più diseredate dalla fortuna, è una legge triste e fatale: o emigranti o briganti9.

Per risolvere questo problema nazionale, il governo di De Gasperi elaborò un piano con l’obbiettivo di diminuire la disoccupazione servendosi di una emigrazione sistematica.10 L’Italia sottoscrisse le prime intese per il reclutamento di manodopera con la Francia e con il Belgio nel 1946. La Germania inizialmente non volle stipulare accordi simili. Soltanto nel dicembre del 1955 fu firmato un contratto bilaterale tra i governi italiano e tedesco per il reclutamento di manodopera italiana da inviarsi in Germania.11 Quell’accordo - Anwerbevertrag - prevedeva che i datori di lavoro tedeschi si occupassero del reclutamento versando una somma forfettaria, mettendo a disposizione vitto e alloggio e dando ai Gastarbeiter un contratto al tempo determinato di massimo un anno.12 Così, dal 1956 in poi, molti italiani cominciarono ad emigrare per la Germania. Comunque non cominciarono ad emigrare solo i cittadini del sud strutturalmente debole, come era stato previsto dal governo italiano, ma pure molti operai qualificati del nord. Ad emigrare furono principalmente lavoratori maschi, di età compresa tra i 15 e i 30 anni, e al momento del reclutamento disoccupati. La loro meta era di accumulare qualche risparmio per poi rientrare in patria, infatti di tutti gli italiani che emigrarono per la Germania, il 71% ritornarono in Italia.13 Furono impiegati nei posti dove le condizioni di lavoro e il salario apparivano poco attraenti per i cittadini tedeschi. Ciò valeva per il settore agricolo, ma anche per le fabbriche di laterizi, la lavorazione di metalli, la costruzione di autoveicoli (specialmente la VW a Wolfsburg e la BMW a Monaco) e l’industria tessile.14

La politica tedesca nei confronti degli stranieri - Ausl ä nderpolitik - era strutturata con l’intenzione di restare un paese di “non immigrazione”, infatti, terminato il periodo di soggiorno, il lavoratore straniero sarebbe dovuto ritornare al suo paese d’origine.15 Negli anni sessanta però venne introdotta la regolamentazione CEE sulla libertà di circolazione, così che un permesso di soggiorno da parte degli italiani per rimanere in Germania non era più necessario.16

[...]


1 s.v. Rieker, Yvonne: L ’ emigrazione italiana nella Repubblica Federale Tedesca, in: Corni, Gustavo/Dipper, Christof: Itali ani in Germania tra Ottocento e Novecento. Spostamenti-rapporti-immagini-influenze. Bologna 2006, pp. 175-200, qui p- 186.

2 s.v. http://www.esteri.it/mae/it/italiani_nel_mondo/serviziconsolari/aire.htm. (accesso:26.08.2014)

3 s.v. http://www.museonazionaleemigrazione.it/. (accesso 01.09.2014)

4 s.v. http://www.esteri.it/mae/it/italiani_nel_mondo/serviziconsolari/aire.htm. (accesso:01.09.2014)

5 s.v. Vizzarri, Francesco: L ’ emigrazione italiana in Germania nel Secondo Dopoguerra. L ’ accordo bilaterale italo-tedesco per il reclutamento di manodopera italiana nella Repubblica Federale di Germania 20 dicembre 1955, in: http://www.tuttostoria.net/focus _recensione_storia_ contemporanea. aspx?ID=518 (accesso 23.08.2014), p. 2.

6 s.v. Vizzarri, p.2.

7 s.v. Dunkel, Franziska/ Stramaglia-Faggion, Gabriella: Zur Geschichte der Gastarbeiter in München. Für 50 Mark einen Italiener. Monaco di Baviera 2000, p. 19.

8 s.v. Dunkel/Stramaglia-Faggion (2000), p. 26.

9 Nitti, Francesco Saverio: L ’ emigrazione italiana e i suoi avversari. Torino 1888, p. 73.

10 s.v. Dunkel/Stramaglia-Faggion (2000), p. 26.

11 s.v. Montanari, Mauro: Quando venni in Germania. Storie di italiani in Germania. Lingua in emigrazione. Roma 1996, p. 4.

12 s.v. Rieker (2006), p. 176.

13 s.v. Vizzarri, p. 11.

14 s.v. Rieker (2006), p. 177.

15 s.v. Vizzari, p. 20.

16 s.v. Rieker (2006), p. 182.

Final del extracto de 12 páginas

Detalles

Título
Da “Spaghettifresser” a “Dolce Vita”. L’immagine degli italiani in Germania dal secondo dopoguerra fino ad oggi è cambiata?
Universidad
Christian-Albrechts-University of Kiel  (Romanisches Seminar)
Curso
Kultur- und Landeswissenschaft
Autor
Año
2014
Páginas
12
No. de catálogo
V281022
ISBN (Ebook)
9783656756057
ISBN (Libro)
9783656756040
Tamaño de fichero
821 KB
Idioma
Italiano
Palabras clave
Gastarbeiter, Deutschland, Italiener, emigrazione, immigrazione, pregiudizi, Vorurteile
Citar trabajo
Alexia Soraia Pimenta Gomes Zonca (Autor), 2014, Da “Spaghettifresser” a “Dolce Vita”. L’immagine degli italiani in Germania dal secondo dopoguerra fino ad oggi è cambiata?, Múnich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/281022

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